lunedì 30 settembre 2013

E se avessi i capelli blu?

Ogni volta che qualcuno mostra il proprio anulare circondato da un anello d'oro, da una fede nuziale, pubblicizza un suo stato maritale, matrimoniale e quindi reclamizza senza ombra di dubbio le sue preferenze eterosessuali. Insomma un semplice anello, senza clamore e in maniera assodata e tradizionale urla al mondo che insomma non sono gay e di sicuro qualche volta mia moglie me la bombo, ecco. Niente contro i gay, per carità, magari mica sono contro al concetto allargato di famiglia, che io e il Guido Barilla non siamo amici, ma insomma gay proprio non lo sono.
Allora, mi domando, perchè ogni volta che dalle mie dolcissime innocenti labbra fuoriesce l'ammissione più o meno candida della mia omosessualità, quando apertamente dico che il mio compagno è Matteo e non Lucilla o Berenice, che mi piace Madonna, che mangio solo pasta Garofalo e che il Mulino Bianco per me può bruciare per l'eternità, vengo accolto da sorrisi ironici del tipo "'sto mattacchione sempre a parlare di gay?". Quanto c'è di sottilmente omofobico in chi mi dice che sto sempre a sbandierare le mie abitudini sessuali? E cosa significa sbandierarle o NON sbandierarle? Le abitudini restano tra le lenzuola. E difatti io non parlo di sling, rimming, hankypanky, croce di Santandrea, darkroom, pissing, skatting, S&M. Rendo pubblico, o meglio semplicemente non nascondo il mio orientamento sessuale, che è quello che un sano borghese cattolico o meno, uomo eterosessuale (forse) sposato fa continuamente con un semplice dito, quello anulare, non quello medio, per carità. Io non dico come faccio i pompini, ma che mio moroso si chiama Matteo, non dico che sono gay, ma che ho un compagno. Significa questo che sono petulantemente polemicamente politicamente continuamente schierato? Quando si potrà dire "sono gay sweety" e essere guardato interrogativamente come se avessi detto "hai visto che ho i capelli biondo cenere?". E se fossero blu?

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