sabato 21 settembre 2013

BAI

BIsexual.
BIsex.
BI, pronuncia BAI. 
E' dai tempi antichi che si discute e ridiscute di BIsessualità. Esiste, non esiste, è connaturata con la nostra natura e quindi naturale, è vizio -di forma, di abitudine, di comportamento- è moda passeggera figlia del declino dell'Impero?

Il mio fidanzato si definisce BI, sia nella chat che ci ha visti fornicare per la prima volta, sia nei numerosi litigi legati alla mia possessività e alla mia gelosia: "guarda che te lo sei scelto te problematico, bello!". Come dargli torto? Il saperlo cibantesi tra le gambe di qualche ragazzina rantolante, come spesso rantolante sono io con le mie di gambe strette alle sue di orecchie, mi fa entrare in uno stato di eccitazione non razionalmente spiegabile. E questo me lo rende sempre leggermente scostato, quando non lontano, al pensiero che io possa essere per lui solo UN oggetto del desiderio, ma non il solo e DEFINITIVO. Cioè, che se lui per me riassume e soddisfa la mia fame sessuale, io per lui ne soddisfo solo una parte, potendo io solo far le veci di una imberbe vagina che lui preferisce appunto imberbe -previa pericolosa depilatura anale-, ma non potendo concretizzare un oggettivo oggetto erotico femminile, essendo io inequivocabilmente di genere maschile -e a nulla valgono giochetti erotici di lingerie made in PRC con tanto di buco al pizzo macramé messo al contrario-. Qualcuno mi potrebbe obiettare che la sessualità va presa caso per caso e guardandoci dall'esterno, io e il mio maschietto, siamo appunto due uomini all'opera e quindi omosessuali nel contingente: che uno poi vada con delle donne più tardi non sono che affari suoi e allora lo ritroveremmo eterosessuale al momento, nulla più. Diciamo allora che la vita sessuale è BI, mentre l'atto che contraddistingue la sessualità è sempre meglio definito. Che allora come dissi una volta "la bisessualità non è identità?".
Diverso discorso per le donne. Una mia cara amica che lavora nel cinema -ma questo nulla interferisce col nostro discorso, o si?- mi dice che ora verso i trent'anni è tornata a uomini, insomma ha scoperto che il cazzo le piace tanto tanto, eppure di storie ovviamente complicate -che dio solo sa quanto son complicate le donne- è sempre stata costellata la sua vita e non che mangiare peni a colazione e a cena abbia poi, mi sembra, risolto in alcun modo la sua vita sentimentale. Perché, in effetti, io di solito ne faccio più una questione d'amore, di affezione, di passione, che di scopata. Cioè prendendo a esempio una persona di trent'anni i cui ormoni si sono messi un po' più in equilibrio precario, trovo che le donne più facilmente possano innamorarsi col cervello e coll'utero di uomini e donne -forse con gli uomini più con l'utero- mentre i maschietti, beh perdono la testa o con donne o con uomini e, insomma, non ho mai conosciuto degli uomini che, di nascosto, si infilino tra le gambe di una donna, lasciando l'ignaro fidanzato a guardarsi la partita di calcetto a casa. Per tradizione il fidanzato si nasconde tra i cespugli dell'argine e lo sposato chatta con "insospettabili" gay per poi trovarsi nella pausa pranzo non per pranzare. Come ho detto al mio fidanzo:
- Sai che il mio moroso è cacciatore?
- Ma il tuo moroso è gay?
- No, certo che no!
- Ma come scusa, ma se è tuo moroso?
- No, No, quello gay sono io è che lo sono talmente tanto che lo faccio per tutt'e due!
Magari in questo momento sta mangiando lì "dove la vita inizia, dove puoi mangiare quanto vuoi che tanto non ingrassi mai" come canta Madonna in "Where life begins" e lei sorride del suo amante immaginandolo mentre mangia il cazzo del suo moroso, sempre senza ingrassare. O quasi.

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