sabato 11 gennaio 2014

Osiride

43 anni fa nacqui.
Uscii sporco di sangue e liquido amniotico e tagliarono il cordone e un dolore spezzò il petto e i polmoni inziarono a respirare.
Ora tornerò indietro, mi apriranno il petto e il cuore si fermerà e il sangue scorrerà fuori da me e io morirò e poi il cuore batterà ancora e io nascerò di nuovo. La cicatrice sul petto mi legherà a chi? Non ci sarà un grumo di sangue nel mio stomaco a sancire lo spezzarsi del legame con la madre.
2 secoli fa avrei presto terminato i miei giorni arrancando senza fiato e sempre più stanco accasciandomi lieve a terra e perdendo conoscenza e la vita come la bava di una pigra lumaca che si consuma al sole. Oggi possono spezzare le mie costole e arrivare all'organo più sacro da sempre custodito nella mummia e non nei vasi canopi.
Si conclude così un viaggio iniziato anni fa quando l'arresto ha seppellito la mia vita in un istante, una slavina silente che ha congelato e desertificato le mie giornate. Ho scavato nella neve a mani nude cercando la luce e ritrovandomi in una pianura vuota e misteriosa e abbacinante. E intorno a me pochi amici e un angelo dalle ali blu cobalto che ha impedito che la mia pelle diafana rimanesse bruciata.
Ri-cominciare è un privilegio concesso a pochi.
Ri-vivere bellissimo, ma doloroso.
Ri-tornare un'esperienza che solo pochi viaggiatori hanno.

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