martedì 29 ottobre 2013

L'amore virale

"Immaginate un ospedale per malati di AIDS, diviso in categorie come un purgatorio dantesco. Dunque.
Una Torre di Babele in vetro che si alza al cielo e vi si perde. Siete mai passati lungo l’autostrada verso Milano sorpassando Brescia? Sulla sinistra c’è l’inceneritore, una costruzione che sembra una base spaziale che non ha mai allunato, con una ciminiera rettangolare altissima, dalla vernice cangiante e opalescente che rifrange la luce del cielo e le nuvole confondendosi col suo celeste.

La Torre d’Avorio, l’Ostello delle Anime Perdute, la Babilonia dell’Immunodeficenza Acquisita. In alto, tra i giardini pensili, ci sono le suite con idromassaggio e menù à la carte. Qui stanno le mogli sposatesi vergini con tanti Franceschi, con Carta Fedeltà comprovata, ma anche le donne violate prima del Santissimo Sacramento e i bimbi con le madri zoccole o africane nati già col virus o solo con gli anticorpi. Poi i malati per trasfusione, quando le sacche che giravano di sala operatoria in sala operatoria, tenute belle fresche in frigo erano peggio di una bomba intelligente al napalm, quella di Kim Phuk per intenderci. Mettiamoci anche le vittime ignare dei dentisti, quei malandrini indefessi.
Scendendo troviamo le fidanzate ignare che l’hanno data solo al fidanzato fedifrago o bisessuale o bisessuale fedifrago, che, insomma potevano tenersela stretta, però dai ascoltiamo Papa-papà Francesco e mettiamole comode in camere a due letti riscaldate e tivvù. Terrazzino privato.
Via via le stanze si fanno più affollate e la gente più triste e magra e rassegnata. In fondo se la sono cercata.
Ci sono i mariti e i fidanzati e le fidanzate infedeli, le puttane, i tossicodipendenti, gli omosessuali, gli omosessuali tossicodipendenti e gli omosessuali puttane. Le camere sono buie, si dorme per terra e i bagni sono sempre intasati.
Nelle fondamenta del Condominio delle Conseguenze dell’Amore Virale stanno le fucine della cremazione che servono anche per riscaldare i piani superiori. K. guarda quella costruzione immaginifica di vetro e dolore: se socchiude gli occhi si confonde col cielo come una delle due torri vicino alla sua laguna, la laguna sua e di M. 
M. lo abbraccia da dietro e gli gira a forza la testa, quella testa piena di immagini strane e strani pensieri e poi se lo bacia il suo K.
Tranquilli, attraverso un bacio si trasmette solo l’amore."
(Da "Come il mare in un bicchiere", Enricomaria Bertelli)

lunedì 28 ottobre 2013

Blu è il colore più caldo

"Un poeta scrive poemi di mille versi senza riuscire a spiegare nulla".
Questo potrebbe essere in fine l'ansia struggente che sembra animare la/le camera del regista arabo-francese Abdellatif Kéchiche. La camera vorrebbe carpire il segreto ultimo della passione, della pésanteur che fa cadere la goccia d'acqua al suolo, una insostenibile pesantezza dell'essere. La camera si avvicina alla pelle, alle labbra, alla pelle, quasi per squarciarla come Fontana e arrivare al di là, ma senza riuscirci, finendo per sfocare la visione. L'amplesso delle due splendide odalische è lungo, quanto lungo è l'orgasmo femminile e misterioso. Il loro sguardo, quello del primo amore e poi quel bacio atteso lungamente nel parco e non dato rendono solo più fitto il mistero della passione. Quando inizia e perché finisce?

Il blu compare spesso nel film, come un vestito, una chioma stinta, una porta chiusa, un quadro, un orecchino. In "Eyes wide shut" era il colore del sogno e dell'irrealtà, ma sempre del desiderio. Qui è della passione e del desiderio risolto, come se ogni qualvolta Emma entrasse nel cervello e nella carne di Adèle ci fosse un segnale a ricordarcelo. 
Il blu è il colore più caldo. Anche se tutti sappiamo che è un colore freddo spesso associato al dolore. E' una frase illogica, quanto illogico è in fondo l'amore.
Negli occhi spaesati di Adèle che non sa come chiamare quell'attrazione verso quella ragazza misteriosa, che non sa chiamarla amore perché non l'ha mai conosciuto e l'atterrisce, la fa soccombere, in quegli occhi chiusi, ma sempre spalancati, sta tutto il mistero del film.
E dell'amore.

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