martedì 27 agosto 2013

mar adentro

Ieri ero a casa e dalla casa vicina arrivava musica assordante Bieber e Rhyanna e grilzz compresi e acqua straripante in una piscina in plastica azzurra. Avrei voluto prendere un gattobus
e perdermi nella foresta e partire con le tre caravelle fino a incontrare Raflesia e combattere con le mazonesi e invece ero immobile tra i campi di soia a aspettare il tramonto e poi le 22.oo di sera per richiudermi dentro le quattro mura della casa paterna e attendere probabili gendarmi a controllare la mia presenza, l'infausta infestante immagine di me dentro la villa della mia infanzia. Che differenza intercorreva tra me e loro, le bambine viziate del vicino? Piscina a parte s'intende. All'apparenza nessuna, perché infatti guardando un feroce amplesso dal buco di psycho chi può dire se i fortunati amanti s'amino teneramente o non molto teneramente o se insomma tra i due corpi intercorra qualcosa di più di una semplice momentanea dimenticabile corrente elettrica? Due innamorati scopano veramente in maniera differente rispetto a due amanti in un drive in? Ovviamente no. Le emozioni si trincerano dentro i nostri corpi o le nostre menti che dir si voglia e non c'è carezza così profonda che riesca toccare l'anima, come d'altra parte non c'è stupro che vìoli il nostro spirito e lasci tracce permanenti e visibili sui nostri corpi. La libertà è solo mentale, mentre noi viviamo nei nostri recinti via via più ampi o comodi, ma qualche volta addirittura il nostro corpo diventa la nostra prigione e solo nel mare dentro la nostra mente siamo liberi.
Io e le bambine eravamo molto diversi, perché loro rimanevano nel loro giardino decidendo di non uscire, mentre io dal mio non potevo andarmene.
Tutto qui.
E allora ancora resta senza risposta la mia domanda: cos'è davvero la libertà?

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